La collezione, composta da 200 esemplari, è stata donata all'Accademia nel 1879 dal Cav. Pietro Rocchi con la denominazione Collezione di Marmi e Alabastri di Roma e sue adiacenze, come si rileva dal cartello originario sotto riprodotto.
Si tratta di una collezione ottocentesca formata nel periodo in cui a Roma era diffuso l'interesse per la raccolta di antiche pietre ornamentali (marmi in senso merceologico). Gli esemplari erano privi di qualsiasi dato identificativo. Essi rappresentano, di fatto, una parte significativa dell'ampia gamma di tipologie di marmi la cui estrazione, commercializzazione e impiego ebbero grandissimo sviluppo soprattutto nei primi due secoli dell'Impero Romano, quando Roma era anche il principale centro di raccolta di questi materiali provenienti dai paesi dell’impero che si affacciano nel bacino del Mediterraneo.
Con il decisivo supporto del Prof. Lorenzo Lazzarini dello IUAV di Venezia, tra i più noti studiosi in materia, è stato svolto un accurato lavoro di identificazione di ogni esemplare e della sua provenienza, intesa come luogo di estrazione. La denominazione data ad ogni esemplare è quella più comune conferita nell’articolata storia di questi materiali; quando esistente, è aggiunta quella latina. Tredici esemplari non identificati con la nomenclatura dei marmi antichi sono stati caratterizzati mediante analisi petrografica.
Per tutto quanto sopra è stato abbandonato il titolo originario della collezione, che si riferiva semplicemente al luogo in cui si è formata la collezione, e le è stato conferito il nuovo nome di Collezione di Marmi Antichi, più consono al suo reale significato archeometrico.
Nel 1995 lo stesso Prof. Lazzarini ha donato 9 esemplari, significativi per la maggiore compiutezza della collezione. Altri 18 esemplari, altrettanto significativi, sono stati aggiunti, anche se di acquisizione sconosciuta, scegliendo tra il numeroso materiale museale non esposto. Tre esemplari, infine, sono frutto di donazioni recenti. Tutte le donazioni sono evidenziate nel catalogo. Gli esemplari aggiunti sono ben riconoscibili per le dimensioni diverse da quelle della collezione originaria, che sono analoghe, per altro, alle dimensioni degli esemplari della più famosa collezione ottocentesca di Faustino Corsi.
Complessivamente, pertanto, la collezione si compone attualmente di 230 esemplari.
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