La “Collezione dei minerali costituenti
il filone della galena argentifera del Bottino presso Seravezza”,
è stata formata e donata da Angelo Vegni
ai Fisiocritici nel 1856.
Nel 1861 è stata integrata da Frédéric
Blanchard con “6 campioni di prodotti delle lavorazioni
metallurgiche sul piombo argentifero del Bottino”.
Da queste due donazioni, attraverso ulteriori allestimenti espositivi,
è scaturita quella che oggi è catalogata come collezione
dei “Minerali greggi e lavorati della Miniera e Fonderia del Bottino”.
L’attuale collezione consiste in 20 esemplari
tra minerali e prodotti metallurgici.
In passato la consistenza della collezione era maggiore. Un documento
manoscritto di anonimo, conservato nell’Archivio storico
dell’Accademia dei Fisiocritici e intitolato Collezione
dei Minerali greggi e lavorati delle Miniere del Bottino donati
dal Ing. Angelo Vegni descrive infatti 32 esemplari: 17 di miniera
e 15 di fonderia.
Nella collezione attuale gli esemplari di fonderia sono ridotti a 13, mentre quelli di miniera a solo 2.
A questi si aggiungono 5 campioni (in origine erano 6) di prodotti delle lavorazioni metallurgiche donate da Frèdèric Blanchard.
Di questa ultima donazione riferisce Giovanni Campani, Direttore del Museo dell'Accademia dei Fisiocritici, il 7 giugno 1861 nel Registro delle donazioni (foglio 76).
È presumile, dunque, che in occasione della nuova sistemazione risalente agli anni Trenta del Novecento, alcuni pezzi siano stati fatti confluire nella Collezione generale di minerali dell'Accademia.
I Minerali greggi e lavorati del Bottino. Storia di una collezione del Museo dell'Accademia dei Fisiocritici di Ferruccio Farsi e Davide Orsini
Glossario
Valore
storico e scientifico del patrimonio museale dell'Accademia dei
Fisiocritici
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