Francesco Valenti Serini, nato in provincia di Siena (Villa a Sesta) il 3 giugno del 1795 e morto a Siena l'11 agosto 1872. Si laureò in medicina, rivolgendo la sua attenzione soprattutto a studi botanici. Esercitò a Firenze la professione medica all'ospedale di Santa Maria Novella ed a quello di San Giovanni di Dio. L'esperienza ospedaliera fiorentina, durante la quale si era reso conto delle atroci sofferenze dei numerosi intossicati da funghi e assai spesso dell'inutilità delle cure, lo spinse a tornare nella sua città natale per dedicarsi allo studio dei macromiceti con un intento ben preciso: permettere a tutti, pure "al volgo anche il più rozzo" di riconoscere i corpi fruttiferi eduli da quelli velenosi. Così scrisse: "La causa motrice di questa mia passione a tale specialità fu sempre e lo è anche attualmente per il dispiacere che provo nel sentirsi rinnovarsi troppo di sovente i casi tristi di avvelenamento cagionati da funghi".
Per ovviare alla rapida decomposizione dei corpi fruttiferi e per far conoscere i funghi velenosi anche a chi non sapeva né leggere né scrivere, eseguì riproduzioni in creta che cuoceva in una piccola fornace appositamente costruita. Come modelli utilizzava corpi fruttiferi raccolti da lui stesso o da persone da lui stipendiate a questo scopo, li disegnava e quindi li riproduceva in terracotta e li colorava. Fin dal 1838 iniziò a realizzare una serie di tavolette in terracotta con i corpi fruttiferi in alto rilievo e riprodusse, sempre in terracotta, numerosissimi funghi a tutto rilievo. Della ricca collezione realizzata donò alcuni esemplari al Municipio di Reggio Emilia, altri alla R. Accademia di Torino e la parte più consistente al Comune di Siena con il desiderio che fosse esposta in un luogo pubblico "affinché potesse essere di qualche utilità al popolo". Nei primi anni del novecento la collezione senese fu studiata da Arturo Nannizzi: a quell'epoca era costituita da 1619 esemplari riprodotti a tutto rilievo e da 165 tavolette.
Oggi la ricca collezione è parzialmente esposta nel Museo dei Fisiocritici, a cui è pervenuta nel 1929: con questo si è realizzato l'intimo desiderio di Valenti Serini che, pur avendo in animo di donare la collezione all'Accademia di cui faceva parte fin dal 1848, non lo fece per divergenze sorte con alcuni Accademici negli ultimi anni della sua vita.
Il suo momento di gloria fu durante il X Congresso degli Scienziati Italiani che si tenne a Siena nel 1862. Presentò, infatti, diverse comunicazioni su vari argomenti e fece conoscere il suo lavoro presentando i funghi sia in disegno ad acquerello, sia le tavolette in terracotta con i vari stadi di crescita, sia come corpi fruttiferi a tutto tondo. I Congressisti nominarono una commissione che apprezzò la collezione per "l'utilità pratica che può derivare dalle sue ricerche, avendo Egli avuto cura di distinguere le sue collezioni di funghi in velenosi, sospetti o mangerecci". La relazione inoltre rileva che "più pregevole sotto il rapporto botanico [la Commissione] ha trovato una raccolta iconografica in due volumi di tavole colorite dei suddetti funghi figurati in tutti gli stadi del loro progressivo sviluppo".
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