Annotazione Il Cristallo di Monte è una gemma trasparente, poco dura, e somigliante all’acqua ghiacciata. La sua figura è formata da due Piramidi essagone, con la colonna intermedia parimente essagona, e benchè alcuni compariscano a primo aspetto, o trigoni, o tetragoni, o pentagoni &c. considerati però con attenzione, si trova ciò derivare dalla varia unione, e combaciamento de’ Cristalli fra loro, che diversamente combinano le punte essagone. La materia di cui è formato il Cristallo, mostra d’essere stata una volta fluida, a motivo di alcuni corpi estranei, che alle volte racchiudono nella loro sostanza, ed in specie di qualche goccia d’acqua, che in alcuni si osserva. Nasce la varietà de’ loro colori da varie particelle metalliche mescolate con la materia Cristallina, quando era fluida, o pure dall’esalazioni degli stessi Metalli, nella maniera appunto, che i Fabricatori di Gemme tingono di varj colori il Cristallo volgare coll’Antimonio, coll’Arsenico, coll’Orpimento, con l’Oro, coll’Argento, col Ferro, col Rame &c. Quindi è che il Cristallo di Monte è il principio, e la base di tutte le altre gemme, conforme si deduce da varie osservazioni, e specialmente da una congerie di Cristalli trovata ne’ Monti degli Svizzeri, e conservata fra le cose più rare dell’Instituto di Bologna, la quale è composta parte di Cristallo, e parte di Amatista. Vien considerato da alcuni Medici, come molto profittevole nella Medicina per la cura di varj mali, e particolarmente di quelli, che credono derivare da acido; e perciò lo praticano nella Diarrea, nel fluore uterino, nella Podagra, negli Affetti Isterici, e in molti altri. Posto in un Crogiuolo a fuoco di riverbero si squaglia in una massa simile al vetro. Del resto poi né se ne scioglie porzione, né fa effervescenza, né mitiga l’acidità de’ liquori, o con la Calcinazione estintoria, o con tenerlo infuso in liquori acidi, o alcalici, come nello spirito del Nitro, nell’Olio di Tartaro, o in altri dissolventi. Quindi è, che da alcuni non si sa capire, come nel Corpo umano possa ritrovarsi una forza capace di scioglierlo, mentre non ha saputo rintracciarla la Chimica in tanti suoi fortissimi dissolventi, e perciò da essi si giudica inutile nella cura de’ mali. E’ però vero, che nel gozzo delle Galline trovansi i Cristalli di Monte molto lograti, consumati ne’ loro angoli, e punte, e ridotti taluni in figura sferoidale; se ciò debba ripetersi dal puro attrito meccanico, o da qualche sugo digestivo dissolvente di essi, non è questo il luogo di farne questione. Osservò il dottissimo Sig. Beccari nel suo trattato de’ Fosfori, che ai Cristalli di Monte non coopera punto, perché ritengano la luce, né la grandezza, né la trasparenza, né il colore, né alcun’altra circostanza a queste contraria. Dal che fu indotto a sospettare, che alcune concrezioni cristalline siano molto diverse dalla natura del Cristallo Montano, poiché esse conservano la luce imbevuta all’aperto, quando si trasportano in luogo oscuro, conforme trà l’altre segnatamente osservò nelle minutissime punte lucide, e trasparenti de’ ventri cristallini, e in certo cristallizzamento d’ una chiocciola nerita. |