Annotazione Dei Corni d’Ammone si leggono presso Plinio le seguenti parole Ammonis Cornu inter sacratissimas Aethiopiae gemmas, aureo colore, arietini cornu effigiem reddens, promittitur praedivina somnia repraesentare. Da questo stesso sembra nascer motivo di sospettare, che le Pietre chiamate in oggi con tal nome, siano differenti dai Corni d’Ammone descritti da Plinio, non avendo esse alcuna marca, per cui meritino di essere annoverate tra le gemme. Per non entrare in così spinosa questione, bastarà notare, che molte sono le specie dei Corni d’Ammone, differenti fra loro nella figura, nella grandezza, nel colore, e nella materia, conforme può vedersi nell’ Aldovrandi, nel Wormio, nello Scheuzero, nel Langio, e nel Listero. La loro figura è spirale, e a guisa di una chiocciola compressa, che va diminuendo nella sua grossezza a proporzione, che si avvicina al Centro, ed è divisa in tante Cellette da uno spartimento intermedio; Si osserva poi la loro superficie o liscia, o striata, o segnata da rabeschi, o da tubercoli. Sono di colore o rossiccio, o bianco, o cenerino, o ferrigno, o di rame, ed alle volte sono coperti come da una crosta d’oro, e sono composti di materia petrosa, o di Ferro, o di Rame, o di Marchesita. E’ cosa certa doversi questi riporre nella classe de’ Corpi marini impietriti, o convertiti in metallo, ma la difficoltà si riduce in determinare la qualità precisa dell’ Animale, da cui hanno avuta l’origine. Due sono intorno a questo articolo le opinioni più plausibili. La prima è di quelli, che sostengono non essere altro i Corni di Ammone, che Nautilj Indiani impietriti. Il Boccone nelle sue ricerche, e Osservazioni naturali lett. 20. asserisce avere osservato un guscio di Nautilio attaccato ad un Corno d’Ammone. Lo stesso crede ancora M. Jusseu nelle Memorie dell’Accad. Real. di Parigi dell’Anno 1722. Il quale paragonando i Corni di Ammone con i Nautilj, mostra non essere i primi se non Nautilj impietriti; e siccome vi sono più specie di Corni di Ammone, e paragonandone tre degli uni con tre degli altri, fa vedere la loro esatta corrispondenza. Come che poi i Nautilj sono Testacei, che si trovano ne’ Mari Indiani, e come che i Corni d’Ammone si ritrovano in gran numero nella Francia, nell’Inghilterra, nella Germania, nell’Italia, da ciò deduce M. Fontanelle, che una volta il Mare dell’India abbia coperta tutta l’Europa. Altri poi credono, che passi molta differenza tra i Nautilj, ed i Corni di Ammone. I. Perché la superficie de’ primi è liscia, quella de’ secondi distinta in tanti spartimenti; 2. Perché la spine dei Nautilj sono in minor numero di quelle de’ Corni di Ammone; 3. Perché le spine non si distendono con egual porzione dal centro all’estremità dell’imboccatura, imperochè in eguali distanze dal centro il Nautilio si dilata più, e termina in un orifizio più largo di quello facciano i Corni di Ammone; 4. perché gli spartimenti, che formano le cellette de’ Nautili sono forate, il che non succede ne’ Corni d’Ammone. Si tralasciano le opinioni di chi ha creduto essere questi o spine di Pesce ritorte a guisa di spire, o scheletri di serpenti, o vermi, o di chi ha creduto essere una produzione della Terra, assicurando averne osservati i primi rudimenti, e prese le misure di essi col compasso, averli veduti crescere da un giorno all’altro. Il dottissimo Sig. Beccari osservò una copia grande dei minutissimi Corni d’ Ammone fossili in una certa arena gialla di Bologna, come costa dal primo Tomo de’ Commentarj dell’ Instituto di quella Città, ed il celebre Sig. Giano Planco osservò molte specie diverse di tali piccolissimi Corni nativi nell’arena del Lido di Rimini, da che diede notizia al Pubblico nel suo Lib. de Conchis minùs notis. |