Annotazione Il Solfo è un corpo fossile, solido, secco, friabile, ad un fuoco moderato si fonde, ed acceso tramanda una fiamma cerulea, ed un vapore volatile suffocativo. Si divide per ragione dell’origine in nativo, ed artefatto. Il primo si cava dalla terra, ed è o giallo, e trasparente a guisa del succino, o rosso, e trasparente come il Rubino detto ancora solfo aureo, oppure è opaco, e giallo, o bianco, o cenerino, o misto d’altri colori. L’artefatto poi si cava col fuoco da varie Miniere, e Piriti. Dalle osservazioni fatte nell’analisi sopra il solfo comune, da M. Hombergh, ed inserite nelle Memorie dell’Accad. Real. di Parigi dell’Anno 1703., Sappiamo essere egli un composto di Sale acido, di terra, e d’ una materia crassa bituminosa, ed infiammabile, ed anche di un poco di Metallo. L’ Acido del solfo è precisamente lo stesso di quello del Vetriolo, ed anche di quello dell’ Allume, i quali tre Minerali non differiscono fra loro, se non per la materia, che il medesimo Sale acido ha disciolto. Un’ olio denso, e rosso, come il sangue, che M. Hombergh cavò dal solfo comune, e che raffreddato prese una consistenza di gomma, credè essere la vera parte infiammabile del solfo. Questa gomma non ha l’odore disgustoso di esso, ma ne ha uno grato, e balsamico, perché spogliata del sale acido, e se ne scioglie una porzione nello spirito di Vino. La terra del solfo è estremamente fissa, perché spogliata della materia oleosa, da cui deriva la volatilità di tutto il misto. Questa è inalterabile ad ogni gran fuoco, e posta allo Specchio ustorio del Palazzo Reale, né si fuse, né si infiammò ed allora solamente divenne vetro, quando vi fu mescolato il Borrace. Il solfo ricusa di sciogliersi nell’ acqua commune, ma si scioglie bensì nella liscìa di Calcina viva, di Sal di Tartaro, e in altri liquori alcalini, e negli olj. La soluzione di esso con Corpi alcalini tinge di nero l’ Argento, ed offusca il di lui splendore. Mescolato con un sale alcalico, e liquefatto al fuoco, si converte in una massa di colore sanguigno, detta dai Chimici Hepar sulphuris, che si scioglie nell’ acqua commune, nell’ aria umida va in deliquio, e spira un grave odore sulfureo, simile a quello tramandato dalle Acque termali solforate. Da questa massa per mezzo dello spirito di vino rettificato se n’ estrae una tintura gialla, che tinge di nero l’ Argento. Altra tintura consimile si cava col far bollire il solfo, e la calcina viva in acqua commune, a cui se si aggiunge un qualche liquore acido, il solfo si precipita al fondo in forma di polvere bianca. E’ ancora lo solfo un gran correttivo di veleni. L’ Arsenico unito a porzione eguale di solfo liquefatto, si snerva talmente, che dato alla dose di una dramma ad un Cane, non li produce alcun effetto cattivo. Il Regolo d’ Antimonio, di cui pochi grani svegliano vomiti, e scioglimenti di ventre fierissimi con molta smania ad ogni Uomo robustissimo, fuso con parte eguale di solfo, diviene affatto inefficace. L’ Argento vivo pure pestato, o fuso col solfo, perde la sua grande attività. E’ cosa mirabile, che il solfo promuove la liquefazione de’ metalli difficili a fondersi, come sono l’ Argento, ed il Rame, ed impedisce la liquefazione di quelli, che facilmente si fondono, come sono il Piombo, e lo Stagno. Per via della distillazione non se ne cava né spirito, né olio, né altra cosa, ma si sublima in fiori, attaccandosi al collo della Storta. Il vapore del solfo acceso impedisce le fermentazioni, e le sopprime quando sono cominciate, impedisce la putrefazione, e cagiona la suffocazione negli Animali, il che però non succede quando brucia prontamente col Nitro. Il detto vapore corregge pure l’ eccessiva attività purgante dello Scammonio, lo rende più mite, e in tal guisa si prepara il Diagridio solforato. Ha molto uso in Medicina lo solfo tanto internamente, che esternamente, conforme è noto, e varie sono le Preparazioni Chimiche di esso, come i Fiori, il Latte, l’ Olio, e lo Spirito. |